A cura del dott. Marco Sinoppi
Durante l’epidemia da Covid-19 si è molto parlato di RSA, portando all’attenzione dell’opinione pubblica una nuova conoscenza e consapevolezza di questi servizi rivolti prevalentemente ad anziani con pluripatologie, spesso con deficit cognitivi, non autosufficienti, con un’età media molto avanzata (il 74% ha almeno 80 anni e il 52% almeno 85 anni).
Le RSA, quindi, accolgono anziani particolarmente esposti al rischio di complicanze dal virus.
Definizioni delle residenze per anziani e livelli di assistenza
Le definizioni più recente dell’assistenza sociosanitaria residenziale è contenuta all’art. 30 c. 1 lettera b) del DPCM 12 gennaio 2017 recante “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 1, comma 7, del D.lgs. n. 502 del 30 dicembre 1992”.
In realtà non esiste una traduzione univoca della norma citata nelle regioni; le residenze per anziani rappresentano un ampio contenitore di realtà diverse, che rispondono a tipologie di anziani diversi e assumono definizioni diverse: RSA, residenze protette, case di riposo, case protette, ecc.
Durante l’epidemia Covid-19 le strutture hanno incontrato molte difficoltà.
Survey nazionale sul contagio COVID-19 promossa dall’ISS
La crescente richiesta dell’opinione pubblica di elementi informativi ufficiali circa la diffusione del virus nelle strutture ha portato all’avvio di una raccolta dati a livello nazionale promossa dall’Istituto Superiore di Sanità
Nel Report Finale del 17.6.2020 – Survey nazionale sul contagio COVID-19 nelle strutture residenziali sociosanitarie a cura dell’Istituto Superiore di Sanità: queste criticità emerse così prepotentemente durante il COVID, erano criticità già presenti nel sistema.
Le criticità rilevate possono essere ricondotte sinteticamente a 4 questioni:
- il posto che le RSA occupano nelle priorità del SSN
- i problemi strutturali
- il mancato collegamento delle RSA alla rete dei servizi territoriali
- il personale e la sua formazione.
In particolare ricordiamo l’assenza di test e dispositivi di protezione individuale e di materiali sanitari e non, necessari per la prevenzione dei contagi.
La mancanza di materiali, prima, e di coordinamento e organizzazione nel loro utilizzo, poi, ha inficiato le strategie messe in atto dalle singole strutture.
Inoltre i problemi strutturali hanno aggravato la situazione. Le RSA prevedevano la suddivisone di spazi con nuclei di 20 posti (per un massimo di 60 ospiti) e i diversi servizi comuni. La struttura metteva insieme l’impostazione del reparto ospedaliero (quindi spazi funzionali agli operatori curanti), con aspetti che ricordavano la casa (sala da pranzo, salottino ecc.). Negli anni questa impostazione è stata un po’ stravolta: si sono realizzate strutture più grandi, motivate da esigenze economico e gestionali di ottimizzare i costi.
La pandemia ha fatto emergere in modo chiaro la carenza di disponibilità di operatori assistenziali qualificati: non appena il sistema sanitario ha aumentato la richiesta di tali professionalità queste si sono trasferite molto rapidamente dal settore socio-sanitario lasciando in quest’ultimo un vuoto.
Questa dinamica dipende anche dal fatto che l’inquadramento contrattuale è oggi particolarmente critico per gli operatori assistenziali del settore anziani, cosa che ha giocato un ruolo fondamentale nella possibilità che questi ultimi preferissero il settore sanitario pubblico.
Infine, le strutture residenziali non possono continuare ad essere «isole» sconnesse dalla rete dei servizi per anziani e dovrebbero diventare un elemento strutturalmente integrato.
L’ Accreditamento Socio Sanitario della Regione Emilia-Romagna
I cambiamenti demografici di questi e futuri anni, le richieste delle famiglie di diversificare i servizi, richiedono di rivedere anche l’Accreditamento Socio Sanitario della Regione Emilia-Romagna data da più di dieci anni ( 514/2009).
L’Accreditamento sociosanitario, non ha avuto importanti modifiche sia nei requisiti sia nei parametri assistenziali e sanitari mentre gli ospiti entrati negli ultimi anni sono sempre più problematici, complessi, fragili.
In pratica ci troviamo davanti a uno scollamento tra l’evoluzione dei bisogni e delle caratteristiche dell’utenza e gli standard e tariffe che vengono riconosciute.
All’interno delle CRA si trovano oggi per lo più anziani che richiedono un elevata intensità assistenziale e sono in grado di svolgere attività molto limitata.
Il Fondo della Non Autosufficienza Nazionale
A questo si aggiunge che il Fondo della Non Autosufficienza Nazionale di 573 milioni e’ troppo poco! Se pensiamo che ci sono in Italia più di tre milioni di persone non autosufficienti tra disabili-anziani-adulti.
Per fortuna esiste il Fondo della Non Autosufficienza Regionale di 450 milioni + 55 milioni di quota nazionale, ma rimane sempre tutto insufficiente alle esigenze reali.
Il tema isolamento
Bisogna anche ricordare che da lunghi mesi gli ospiti delle CRA sono rimasti isolati nelle strutture e a volte nelle loro camere.
E’ necessario aiutare le strutture per consentire sempre più l’incontro ospiti/congiunti: si sta rischiando un disastro emotivo-fisico di entrambi.
Raccordo tra rete socio-sanitaria e quella sanitari
Un capitolo importantissimo e’ il raccordo tra rete socio-sanitaria e quella sanitaria (ospedaliera e servizi territoriali): medici specialisti devono andare dentro le CRA e si possono fare in loco anche esami strumentali, oltre favorire l’utilizzo della tecnologia.
E per il futuro…
Occorre che le RSA siano in rete con tutti i servizi territoriali: MMG, assistenza domiciliare, altre strutture residenziali leggere, ospedali, ambulatori specialistici, servizi sociali, associazioni di volontariato ecc., diventando a loro volta un centro servizi per la comunità circostante.
E’ necessario cominciare a pensare da adesso al dopo pandemia e aprire un tavolo di riflessione e confronto tra istituzioni, professionisti, associazioni, famigliari, cittadini per ridisegnare le CRA.
Approfondimenti
Definizione dei livelli essenziali di assistenza: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/03/18/17A02015/sg
Prestazioni Residenziali e Semiresidenziali: http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=646)
Le prospettive per il settore socio sanitario oltre la pandemia presentazione del 3 rapporto osservatorio long term care-BOCCONI :https://www.sdabocconi.it/it/event/le-prospettive-per-il-settore-socio-sanitario-oltre-la-pandemia-presentazione-del-3-rapporto-osservatorio-long-term-care-online-20210217
Sofferenze organizzative e intersoggettive nei servizi di cura per persone anziane: https://www.luoghicura.it/operatori/strumenti-e-approcci/2020/06/sofferenze-organizzative-e-intersoggettive-nei-servizi-di-cura-per-persone-anziane/
A che serve demonizzare le RSA: http://www.vita.it/it/article/2020/06/18/a-che-serve-demonizzare-le-rsa/155914/
La stanza degli abbracci: https://www.cittadinanzattiva-er.it/la-stanza-degli-abbracci/
Perche le case di riposo sono diventate focolai: https://www.cittadinanzattiva-er.it/perche-le-case-di-riposo-sono-diventate-focolai/
Covid 19 e stato devastante per chi era ospite nelle RSA:https: https://www.cittadinanzattiva-er.it/covid-19-e-stato-devastante-per-chi-era-ospite-nelle-rsa/
Dare dignità agli anziani ricoverati in RSA: https://www.cittadinanzattiva-er.it/dare-dignita-agli-anziani-ricoverati-in-rsa/
Le ricadute del covid 19 sui malati con demenza e i loro caregivers: https://www.cittadinanzattiva-er.it/le-ricadute-del-covid-19-sui-malati-con-demenza-e-i-loro-care-givers/
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