L’indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute realizzato con Nextplora
La popolazione italiana è tra le più vecchie del mondo: un dato che ha molte ricadute sul piano economico e sociale.
Tra queste, una delle più impattanti è legata al gran numero di persone non autosufficienti, o affette da malattie croniche, che necessitano di specifiche attenzioni a livello quotidiano.
La cura diviene un affare familiare: “Una quota molto alta, è dovuta in parte alla tradizione italiana di prendersi cura dei propri familiari tra le mura domestiche, in parte anche ai costi dell’assistenza“, lo rileva l’Osservatorio Sanità di UniSalute realizzato con Nextplora per indagare le abitudini degli italiani – e dei bolognesi in particolare – in ambito di salute e prevenzione.
In particolare, un bolognese su quattro (24%) è personalmente a conoscenza, e spesso direttamente coinvolto nelle cure, di un proprio caro o amico che vive in una situazione di non autosufficienza.
Ma chi si prende cura direttamente delle persone non autosufficienti?
Per più di un bolognese su due (57%) la gestione dei propri cari non autosufficienti deve avvenire all’interno delle mura domestiche.
Una quota molto alta, sicuramente legata alla tradizione e alla cultura del nostro Paese, in cui la famiglia è protagonista del sistema sociale, dovendo però anche far fronte a importanti impegni economici e a questioni di sicurezza e fiducia.
Nello specifico, infatti, in oltre un caso su tre (34%) sono direttamente i familiari a prendersi cura della persona non autosufficiente, mentre nel 23% dei casi, le famiglie si fanno assistere da badanti.
Il passa parola o il volontariato per individuare badanti e infermieri
Un aspetto, quello della fiducia nei confronti di badanti e infermieri, che è evidentemente centrale, come dimostrano le modalità utilizzate dagli abitanti del capoluogo emiliano che per cercare persone che possano assisterli nel garantire le cure dei propri cari non autosufficienti: nel 48% dei casi vengono scelte persone in base al passaparola tra parenti e amici, un metodo tradizionale che però fornisce garanzie e tranquillità.
Il 18% dei bolognesi, in caso di necessità, si rivolge ad associazioni di volontariato per trovare una persona che possa aiutare il proprio parente non autosufficiente, mentre il 11% fa riferimento alle agenzie del lavoro.
L’assistenza affare di famiglia
Come già accennato, spesso le famiglie bolognesi decidono di assistere autonomamente i propri cari non autosufficienti anche per ragioni economiche, non potendo permettersi strutture di ricovero né personale di supporto in casa. La cura continua di un malato rischia però di diventare lo stesso insostenibile per le famiglie, oltre a richiedere spesso una assistenza specializzata. È per questo che ben il 37% degli intervistati bolognesi considera l’idea di stipulare una polizza sanitaria che possa garantirli in caso di non autosufficienza così da non dover pesare economicamente sulle spalle dei figli in futuro.
Assistenza domiciliare e malattie croniche
Inoltre, a rendere quella dell’assistenza domiciliare una questione di interesse vi è anche l’aumento di malattie croniche che richiedono un monitoraggio costante dei parametri sanitari e cure a domicilio. Un quarto degli intervistati (25%), infatti, dichiara che nella propria famiglia vi è almeno un malato di diabete, mentre il 22% deve essere di supporto ad un familiare costretto ad affrontare malattie cardiovascolari.
L’assistenza ai malati cronici è affidata nel 38% dei casi a badanti o infermieri che operano a domicilio, mentre due volte su tre (62%) questo compito ricade direttamente sui familiari del malato o dell’anziano.
Telemonitoraggio un’opportunità poco conosciuta
Anche la tecnologia può venire incontro alle esigenze delle famiglie bolognesi in situazioni di fragilità, per esempio attraverso i servizi di telemonitoraggio che permettono un controllo quotidiano e regolare delle condizioni dei malati cronici.
Un’opportunità ancora poco conosciuta dai bolognesi alle prese con un familiare con questo tipo di patologie: tra questi, infatti, il 61% ha dichiarato di non conoscere questi utili strumenti.
Un dato che fa riflettere, visto che il telemonitoraggio, assieme alle nuove tecnologie che si vanno sperimentando, rappresenta, e rappresenterà sempre di più, un mezzo valido ed efficace per facilitare la gestione direttamente al domicilio delle patologie croniche.
Per approfondire:
Caregiver, dal primo marzo 2021 parte il progetto del comune di bologna: https://www.cittadinanzattiva-er.it/caregiver-dal-primo-marzo-2021-parte-il-progetto-del-comune-di-bologna/
Caregiver, Cittadinanzattiva E.R.:https://www.cittadinanzattiva-er.it/category/caregiver/
Documenti ufficiali Regione Emilia Romagna
(Leggi regionali, Delibere e Determine, Note di indirizzo)
- Legge Regionale 2/2014
- DGR 858/2017 Linee attuative
- DGR 1423/2017 (scheda 5)
- DGR 2318/2019 e nota trasmissione (
306.87 KB) con Indicazioni operative per l’utilizzo delle risorse (
603.35 KB)
- DGR 1005/2020 e nota trasmissione (
788.46 KB); scheda rendicontazione in formato PDF (
44.11 KB) e formato EXCEL (
15.5 KB)
- Determina 15465/2020 – Approvazione schede e strumenti tecnici per il riconoscimento e sostegno del caregiver familiare (
473.71 KB)
- Lettera di trasmissione della determina 15465/2020 (
178.35 KB)
Schede e strumenti tecnici della Regione Emilia Romagna
per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare (elaborati dal gruppo di lavoro regionale)
- Allegato 1 – Format progetto personalizzato (
39.26 KB)
- Allegato 2 – Sezione caregiver (
49.53 KB)
- Allegato 3 – Scheda di riconoscimento del caregiver familiare (
114.92 KB)
- Allegato 4 – Indicazioni per utilizzo Format progetto personalizzato e sezione caregiver familiare (
33.4 KB)
- Allegato 5 – Indicazioni per utilizzo Scheda di riconoscimento (
38.14 KB)
- Format informativa privacy (
- 18.63 KB)
Foto di Rossana Di Renzo