Covid, la povertà non allenta la morsa
La povertà durante il Covid può essere paragonata a una morsa tenace, una stretta che non allenta e che – almeno per il momento – non lascia spazio a segnali di ripresa e di speranza. A ritrarre il quadro a tinte fosche della povertà in Italia è un sondaggio a cura di Censis e Confcooperative, secondo il quale – durante il solo periodo di stretto lock down – sarebbero stati ben 15 italiani su 100 a veder ridurre il reddito del proprio nucleo familiare oltre il 50%. 18 italiani su 100 hanno subito una contrazione compresa fra il 25 e il 50% del reddito. Si deduce che ben 33 italiani su 100 abbiano subito una riduzione pari ad almeno un quarto del reddito. La metà degli italiani (50,8%) ha sperimentato sulla propria pelle un’inaspettata caduta delle proprie disponibilità economiche; ad averne risentito maggiormente, il 78,7% tra liberi professionisti e imprenditori, il 69,4% dei lavoratori a tempo determinato, il 60% dei giovani.
Il dramma del lavoro irregolare
In Italia sono ben 2,1 milioni le famiglie con almeno un componente che lavora in modo irregolare. Oltre un milione di famiglie vive esclusivamente di lavoro irregolare. Tutti lavoratori che, con l’emergenza Covid, hanno contribuito ad accrescere l’esercito dei poveri assoluti. Gli occupati irregolari sono concentrati prevalentemente al Sud (44,2%), ma non solo: il 21,4% vive nelle regioni dell’Italia centrale, il 20,4% nel Nord Ovest e il 14% nel Nord Est.
Chi sono i working poor
I working poor sono quei lavoratori che, nonostante siano occupati, non riescono con la retribuzione percepita a garantirsi una condizione dignitosa di vita. Si tratta in tutto di ben 2,9 milioni di individui, collocabili in quella platea di lavoratori che percepisce meno di 9 euro all’ora (soglia di retribuzione presa come riferimento per il salario minimo legale). Di questi, un milione e 395mila lavoratori ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni. Molti di loro, ben il 79%, svolgono una professione operaia.
Se volete saperne di più, vi consigliamo di leggere il report sul portale di Confcooperative.
Foto in apertura: Foto di pedro_wroclaw, tratta da @Pixabay