a cura di Pasquale Falasca, Epidemiologo e consulente del Ministero della Salute
Alcune delle esperienze di Comunità di Pratica in Italia
In Italia l’esperienza della Comunità di pratica è stata inclusa nella ricerca per la formazione degli adulti[1], poi sfociata nella formazione continua[2]. L’ipotesi portante è che sia possibile realizzare uno sviluppo professionale attraverso lo studio della formazione e dell’apprendimento nelle professioni e verso opzioni metodologiche di tipo qualitativo e trasformativo[3]
Di seguito una lista (non esaustiva) di alcune esperienze attive di Comunità di Pratica:
- La comunità che fa salute. Le microaree di Trieste per l’equità
- La medicina generale e la comunità in Veneto
- Ostetrica di comunità nella Strategia Area Interna Basso Sangro-Trigno Abruzzo
- Comunità di pratiche e innovazione in agricoltura (nazionale)
- Comunità di pratiche partecipative in Emilia-Romagna
- CdP dei Responsabili della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza (nazionale)
- Comunità di pratica Anci Toscana
- Le Comunità di Pratica: strumento efficace per la formazione continua degli operatori della sanità Toscana
- La comunità di pratica come luogo di prevenzione Dors – Piemonte
La Comunità di Pratica è la migliore buona pratica della sanità di iniziativa
Il DM 77/2022: Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN[4], ha dato il via al nuovo modello di organizzazione territoriale.
La Comunità di Pratica della fragilità dovrà concentrare la condivisione delle conoscenze sulla progettazione e adozione delle buone pratiche operative e organizzative che rappresentano gli elementi “collanti“, capaci di amalgamare e rendere unitario, nei diversi contesti locali e regionali, le novità fondamentali del nuovo modello di assistenza territoriale:
- la Medicina di Popolazione si pone come obiettivo la promozione della salute della popolazione di riferimento, attraverso l’utilizzo di modelli di stratificazione ed identificazione dei bisogni di salute basati sull’utilizzo di dati
- la Sanità di Iniziativa è un modello assistenziale di gestione delle malattie croniche fondato su un’assistenza proattiva all’individuo dalle fasi di prevenzione ed educazione alla salute fino alle fasi precoci e conclamate della condizione morbosa
- la Stratificazione della popolazione si basa sui profili di rischio, attraverso algoritmi predittivi, che permettono di differenziare le strategie di intervento per la popolazione e per la presa in carico personalizzata degli assistiti sulla base del livello di rischio, di bisogno di salute e consumo di risorse
- Il Progetto di Salute è uno strumento di programmazione, gestione e verifica; associa la stratificazione della popolazione alla classificazione del “bisogno di salute” identificando gli standard essenziali delle risposte cliniche socio assistenziali.
Un ruolo chiave del nuovo modello è svolto dal concetto di Fragilità: una semplice, ma innovativa apertura alla nuova visione della solidarietà e della convivenza nel mondo interculturale che si apre con la Information and Communications Technology (ICT) e la Knowledge sharing.
La Fragilità non indica solo uno stato di rischio, di maggiore vulnerabilità dell’individuo agli eventi avversi derivato da una sistematica riduzione delle capacità funzionali di riserva.
La Fragilità fornisce anche una base concettuale per allargare l’approccio medico basato sull’organo o sulla malattia, proiettando lo sguardo verso l’assistenza basata su un approccio integrato, orientato verso un modello di lettura bio-psico-sociale, maggiormente centrato sulla persona e il rispetto della sua libertà di scelta.
La Fragilità descrive un processo dinamico, che cambia con il passare del tempo, che richiede valutazioni ripetute, una continuità di contatto con i diversi professionisti, diretto a raggiungere un equilibrio sempre rinnovato. Essa è testimonianza degli eventi avversi che ci capitano, una traccia del tempo e degli equilibri compensativi, delle capacità residue e di quelle recuperate.
Emerge quindi un quadro concettuale complesso che fornisce nuovi punti di vista e di lettura, inedite chiavi interpretative che svelano nuove opportunità per ripensare e rinnovare i sistemi di cura. La prevenzione, la diagnosi, la pianificazione, l’assistenza sociale e sanitaria vengono illuminate in una nuova prospettiva: la fragilità crea una maggiore enfasi sui soggetti con problemi complessi, soprattutto l’adattamento progressivo al fenomeno naturale della vecchiaia.
Queste affermazioni, essenziali e innovative, cariche di esperienza umana e sociale, sono state pronunciate da Julian Tudor Hart, un medico pioniere, per 30 anni medico di famiglia nel sud del Galles, epidemiologo, si è occupato con scritti e conferenze della politica sanitaria della Community Health.
Tudor Hart è stato uno dei 200 medici più insigni del ‘900, secondo il British Medical Journal, ed è autore della legge inversa dell’assistenza: ipotesi che afferma che l’assistenza sanitaria erogata nelle zone deprivate tende ad essere utilizzata prima dai soggetti relativamente meno svantaggiati che vivono in quelle zone.
Le strutture e le articolazioni tecnico-organizzative che compongono il nuovo modello di assistenza, trovano la propria integrazione (da integer = intero) proprio nel concetto unitario di fragilità. Di seguito l’elenco dei punti chiave della Riforma dell’assistenza sanitaria territoriale per la presa in cura delle persone fragili (con i riferimenti alle pagine del Manuale operativo cartaceo del progetto PonGov Cronicità).
- La Casa della Comunità, aperta 24h su 24 e 7 giorni su 7, è la struttura alla quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria. Rappresentano il livello organizzativo dell’assistenza di prossimità per la popolazione fragile. (pag. 59 e seg.; 90)
- La Centrale operativa 116117 (Numero Europeo Armonizzato per le cure mediche non urgenti) è il servizio telefonico gratuito a disposizione di tutta la popolazione fragile, per ogni esigenza sanitaria e sociosanitaria a bassa intensità assistenziale. (pag. 67)
- La Centrale Operativa Territoriale (COT) svolge una funzione di coordinamento della presa in carico delle persone fragili e curano il raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nella transizione tra un setting assistenziale e l’altro. (pag. 68)
- L’Infermiere di Famiglia e Comunità è la figura professionale di riferimento della persona fragile. Non solo si occupa delle cure assistenziali, ma interagisce con tutti gli attori e le risorse presenti nella comunità per rispondere a nuovi bisogni attuali o potenziali della persona fragile.(pag. 59)
- Unità di continuità assistenziale è un’équipe mobile distrettuale per la gestione e il supporto della presa in cura di individui, o di comunità che comportano una comprovata difficoltà operativa.
- La casa come primo luogo di cura non è solo l’erogazione al domicilio di interventi caratterizzati da un livello di intensità e complessità assistenziale variabile nell’ambito di specifici percorsi di cura e di un piano personalizzato di assistenza. Il personale sanitario e sociosanitario qualificato per la cura e l’assistenza alle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità, prestano il loro supporto per limitare il declino funzionale e migliorare la qualità della vita quotidiana.(pag. 75 e seg.)
- L’Ospedale di comunità è una struttura sanitaria di ricovero dell’Assistenza Territoriale, con una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, per evitare ricoveri ospedalieri impropri o favorire dimissioni protette in luoghi più idonei e più prossimi al domicilio della persona fragile e della sua comunità famigliare. (pag. 87 e seg.)
- La Rete delle cure Palliative è costituita da servizi e strutture in grado di garantire la presa in carico globale dell’assistito e del suo nucleo familiare, in ambito ospedaliero, ambulatoriale, domiciliare e in hospice. Le cure palliative sono rivolte a malati di qualunque età e particolarmente fragili, fin dalle fasi precoci della malattia cronico-degenerativa, per controllare i sintomi, prevenendo o attenuando gli effetti del declino funzionale.
- i servizi per la salute dei minori, delle donne, delle coppie e delle famiglie che ne richiedano il supporto per il rischio percepito di condizioni di fragilità assistenziale.
- La Telemedicina viene utilizzata per fornire prestazioni sanitarie alle persone fragili a distanza attraverso l’uso di dispositivi digitali, internet, software e delle reti di telecomunicazione. In particolare sono strumenti molto utili per mantenere la persona fragile al proprio domicilio garantendo la vicinanza assistenziale e la continuità della cura. (pag. 115)
[1] Malcolm Knowles. Quando l’adulto impara: pedagogia e andragogia. Prefazione di Dante Bellamìo Trad. di Laura Colombo F. Angeli 1993.
[2] il 1° luglio 2020 la Commissione Europea ha adottato la “European Skills Agenda“, in cui la formazione continua degli adulti svolge un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi fissati.
[3] Loretta Fabbri. Comunità di pratiche e apprendimento. 2007 Carocci Editore
[4] pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.144 del 22 giugno 2022, dopo la delibera del 21 aprile 2022 (pubblicata a maggio) del Consiglio dei Ministri, che adempie ad una delle riforme previste dal PNRR
Per approfondire:
Loretta Fabbri. Comunità di pratiche e apprendimento. 2007 Carocci Editore
Progetto PonGov Cronicità: promuovere le buone pratiche con strumenti ICT
il 1° luglio 2020 la Commissione Europea ha adottato la “European Skills Agenda“, in cui la formazione continua degli adulti svolge un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi fissati.
Partecipazione Emilia Romagna: https://partecipazione.regione.emilia-romagna.it/communities-1/cos2019e-una-comunita-di-pratica
italia@montessori-for-life.org; www.montessori-for.life.org
Foto di Engin Akyurt da Pixabay