di Paola Cuzzani e Walther Orsi

La casa nella società in continuo cambiamento

Stiamo vivendo in un’epoca di grande trasformazione a livello sociale, culturale ed economico che può essere considerata una vera e propria rivoluzione centrata sulla globalizzazione e l’utilizzo crescente di nuove tecnologie. Nella web society, o società liquida (come la definisce il sociologo Bauman), i mutamenti dei sistemi produttivi, delle relazioni sociali  sono molto spesso più veloci delle nostre capacità di comprensione e rappresentazione. L’allungamento della speranza di vita, il miglioramento delle condizioni socio-economiche, culturali, ambientali ed i progressi del sistema di welfare hanno contribuito ulteriormente a rivoluzionare sia  le fasi esistenziali delle persone, sia le forme delle famiglie. Negli ultimi anni questi cambiamenti hanno diversificato i bisogni che esprimono le varie tipologie di famiglia e che ciascuna famiglia manifesta nel corso della sua esistenza.

A questo proposito occorre sottolineare che, con l’aumento della speranza di vita e della popolazione anziana, si può prevedere un incremento delle situazioni di non autosufficienza, fragilità, che richiederanno nuovi servizi di welfare, con una una presenza crescente, nelle case, di operatori socio-sanitari. Le famiglie tradizionali tenderanno a modificarsi a causa di una separazione, di un allontanamento dei figli per motivi di studio e/o lavoro, della  necessità di ospitare un’assistente familiare. La contrazione della natalità e l’aumento della longevità determineranno uno squilibrio fra le generazioni che renderà più fragile l’alleanza intergenerazionale. Questo fenomeno sarà accentuato dall’aumento delle persone senza figli, dei giovani che  si trasferiranno lontano dai genitori e dall’aumento delle situazioni di solitudine. Tale squilibrio viene già oggi compensato dal coinvolgimento di assistenti domiciliari, in gran parte provenienti da altri paesi,  ma  sarà sempre più mitigato dal saldo migratorio che richiederà lo sviluppo  di nuove forme di inclusione sociale  ed integrazione culturale.

A causa dei fenomeni sinteticamente illustrati si può prevedere anche un ulteriore aumento della percezione di insicurezza delle persone, che faranno emergere altre esigenze, in termini di tecnologie e sistemi comunicativi, in grado di rispondere a questi nuovi bisogni.
Attraverso tali mutamenti si accentueranno i problemi della casa che già stiamo vivendo: appartamenti troppo grandi, non utilizzati, o sottoutilizzati, con costi elevati, con barriere architettoniche, privi di ascensore, senza gli spazi per eventuali servizi comunitari, sempre meno adeguati per gli anziani, ma anche per i giovani.
Perché il settore della ‘casa’ non riesce a rispondere ai rapidi cambiamenti della società?

Innanzitutto perché siamo tutti in ritardo  nei processi di comprensione delle trasformazioni sociali, culturali ed economiche. Tali ritardi riguardano in particolare il sistema di welfare, il mondo produttivo e delle imprese. La casa continua a caratterizzarsi, anche simbolicamente, come “bene immobile”. Inoltre le politiche ed i sistemi di progettazione, a livello urbanistico e della casa, i modelli culturali dell’abitare sono ancora legati a vecchi paradigmi e schemi interpretativi. Non è ancora strutturato un rapporto di integrazione fra politiche della casa  e politiche sociali. Rappresentano ancora settori separati che fanno riferimento a valori, logiche, culture, modelli organizzativi molto diversi e separati.

Di fronte a questa grande rivoluzione che stiamo vivendo è necessario prendere sempre più consapevolezza del valore straordinario della casa e della cultura dell’abitare. Esse possono rappresentare aree problematiche, in grado di produrre povertà, disagio, malattia, emarginazione sociale, ma al tempo stesso anche ambiti di possibile miglioramento del benessere, della salute, dell’inclusione sociale e della qualità della vita delle persone.
In tale prospettiva la casa ed i possibili modelli dell’abitare rappresentano non solo importanti settori e fattori economici, ma anche componenti fondamentali del sistema di welfare.

 

Casa e welfare: verso il nuovo modello dell’innovazione sociale partecipata

Per sviluppare un approccio teso a comprendere il senso dei cambiamenti sociali, culturali ed economici, ma anche a tentare di gestire questa grande rivoluzione dei nuovi modi dell’abitare, facciamo riferimento al modello dell’innovazione sociale partecipata che viene qui di seguito schematizzato.

Per procedere in tale prospettiva, non bisogna partire dai modelli culturali e dalle esigenze operative delle imprese costruttrici e dei professionisti del welfare. E’ necessario invece interrogarsi e dare voce ai bisogni dei cittadini legati all’abitare. Ma quale è la domanda di qualità della vita che viene espressa dai cittadini? Cerchiamo di interpretare tale domanda per parole chiave: maggiori risorse investite nel settore della casa, per garantire a tutti il diritto di avere un’abitazione adeguata a costi contenuti; più elevata capacità di adattamento/trasformazione delle abitazioni in rapporto alle mutevoli esigenze delle famiglie; maggiori opportunità di trasferimento da un’abitazione ad un’altra, in rapporto ai rapidi trasferimenti delle persone, per motivi turistici, di studio, di lavoro, ma anche per i cambiamenti delle strutture famigliari; progressiva eliminazione delle barriere architettoniche; disponibilità nelle abitazioni della domotica, degli ausili, delle nuove tecnologie comunicative, di moderni sistemi per garantire la sicurezza; sistemi ed impianti per il risparmio energetico, per la riduzione dell’impatto ambientale dell’abitare; ampliamento degli spazi per servizi ed attività comuni; promozione, a livello di condominio, di caseggiato, di zona, di opportunità ed eventi tesi a favorire lo sviluppo ed il mantenimento di relazioni, reti di auto-mutuo aiuto, buone pratiche sociali.

I principali orientamenti di tali attività imprenditoriali

Prendere consapevolezza di questa domanda rappresenta la premessa fondamentale per promuovere poi un ‘altro sviluppo del settore della casa’, attraverso attività imprenditoriali, tese ad una crescita equa, solidale, sostenibile. Un ‘altro sviluppo’ inteso non solo in senso, economico, ma che sia misurabile anche attraverso altri indicatori culturali e sociali, per rispondere ai bisogni di qualità della vita dei cittadini. In questa prospettiva i principali orientamenti di tali attività imprenditoriali saranno quelli di:

  • rispondere ai bisogni abitativi di un numero crescente di persone sole, con particolare riferimento ai giovani e agli anziani, garantendo la loro autonomia;

  • realizzare abitazioni che si adattino alle rapide trasformazioni famigliari e alla sempre più frequente mobilità residenziale (ad es.: case a geometria variabile);

  • attrezzare le abitazioni con la domotica e nuove tecnologie comunicative;

  • eliminare/ridurre le barriere architettoniche;

  • promuovere servizi di prossimità;

  • garantire la sicurezza, anche attraverso adeguate soluzioni tecnologiche;

  • eliminare/ridurre lo spreco di spazi abitativi e l’impatto ambientale dell’abitare;

  • promuovere una rigenerazione, tesa alla riqualificazione di spazi e beni comuni e al riutilizzo di insediamenti abbandonati.

Prendere consapevolezza di questa domanda dei cittadini significa anche ridefinire l’identità di un sistema di welfare che deve avere al proprio interno un settore fondamentale, quello delle politiche della casa e dell’abitare. In tale prospettiva questo sistema sarà caratterizzato sempre più come ‘welfare di comunità e del cittadino’ i cui orientamenti saranno:

  • sviluppare politiche e interventi per garantire a tutti (e quindi anche alle fasce deboli e povere della popolazione) la disponibilità di una casa;

  • rispondere ai bisogni di un numero crescente di persone non autosufficienti, fragili e sole;

  • sviluppare, nei contesti condominiali, una rete volontaria di monitoraggio e segnalazione precoce delle situazioni a rischio, in stretto collegamento con i servizi socio-sanitari;

  • promuovere nuovi modi di abitare con servizi e spazi comuni condivisi;

  • incentivare i progetti e le esperienze di Co-Housing;

  • promuovere nuove reti relazionali (fondate non solo su un comune territorio, ma anche su una comunità virtuale), reti amicali, di prossimità,. di mutuo aiuto, condomini solidali;

  • promuovere occasioni e strumenti di inclusione sociale e di integrazione culturale;

  • incentivare le buone pratiche sociali dei cittadini.


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