Cittadinanza e salute: come giudicare i servizi messi a disposizione dei pazienti fuori dalle strutture ospedaliere? A far luce sullo stato dell’arte e sulla criticità che riguardano l’assistenza domiciliare ci ha pensato il Rapporto sull’assistenza sanitaria territoriale realizzato da Cittadinanza Attiva insieme al Tribunale per i diritti del malato, con il contributo di ABBVIE, presentato il 19 luglio a Roma.

Il monitoraggio, che ha coinvolto 14 assessorati regionali, 36 aziende sanitarie, 82 responsabili di distretto, 14 responsabili di unità complesse di cure primarie e circa 1.800 pazienti, ha raccolto dati significativi su assistenza domiciliare e servizi. Ecco alcuni risultati su cui riflettere:

  • Assistenza domiciliare. Disponibilità e professionalità degli operatori delle cure domiciliari sono due degli aspetti maggiormente apprezzati dai cittadini interpellati, anche permangono alcune criticità, tra cui la tempistica lunga per l’attivazione del servizio e una eccessiva rotazione degli operatori coinvolti. Un paziente su cinque ritiene che l’assistenza domiciliare possa essere potenziata con il coinvolgimento nella definizione del piano di assistenza, la facilità di accesso al servizio e la possibilità di scegliere da chi farsi seguire/curare.
  • Salute mentale. I centri diurni per la salute mentale sono 29,8 per Regione (media nazionale). E’ tuttavia importante sottolineare la differenza di servizi in termini numerici esistente tra una regione e l’altra: si va infatti dai 69 centri presenti in Toscana ai 3 del Molise, passando per i 28 dell’Emilia-Romagna.
  • Autismo. Solo il 60% delle regioni intervistate afferma di avere sul proprio territorio centri diurni specificatamente dedicati alle persone con autismo. Tra le eccezioni significative, meritano di esser citati il Veneto (con 309 centri) e l’Emilia-Romagna (136).
  • Terapia del dolore. Sul territorio nazionale non manca una rete ramificata sulle cure palliative: il distretto risulta presente nel 78% dei casi, mentre la rete neurologica (demenza, sclerosi multipla…) è presente solo nel 40% dei casi.
  • Farmaci, carrozzine, materassi e cuscini antidecubito. Succede ancora che 1 cittadino su 4 attenda oltre i 30 giorni per un materasso o cuscino antidecubito e letto articolato, si alza a 1 su 3 la percentuale dei pazienti che attende una carrozzina o un sollevatore per più di 30 giorni. Più di 1 su 10 attende oltre un mese per ricevere farmaci indispensabili.
  • Sanità digitale. Ricevere o consultare referti online non è una pratica consolidata, per quanto il 75% delle ASL consultate abbia dichiarato di offrire questa possibilità.
  • Figure professionali di cui i pazienti avvertono la mancanza. Il 31,5% dei cittadini intervistati vorrebbe poter contare sull’operatore socio-sanitario, il 25% dal medico specialista, il 22,8% dallo psicologo.

Per informazioni più dettagliate, vi invitiamo a leggere il Rapporto completo.


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