Dal 1 gennaio 2010 è stata introdotta la Tassa sui ricorsi contro le multe stradali, come stabilisce la L.F. 2010, art. 2 comma 212, con l’obiettivo di decongestionare gli uffici del Giudice di Pace e diminuire il contenzioso giunto a livelli record.

Si tratta di un contributo unificato a carico del cittadino che sarà costretto a versare allo Stato importi a partire da 38 euro (30 euro come versamento unificato più 8 euro di marche da bollo) per essere tutelato dalla Giustizia ordinaria nell’opposizione a sanzioni amministrative. Contributo che, nella maggior pare dei casi, potrebbe corrispondere all’importo stesso della multa ricevuta: per es., un cittadino che ritiene di essere stato ingiustamente multato dalla Polizia Municipale per aver omesso di rinnovare il pagamento della sosta sulle “strisce blu”, la cui sanzione amministrativa prevista dal Codice della Strada è di 22,00 euro, dovrà pagarne ben 38 per poter presentare ricorso al Giudice di Pace!

A coloro che otterranno ragione, sarà comunque riconosciuto il rimborso della tassa, tuttavia, la restituzione delle somme pagate non dovrebbe avvenire tramite gli uffici giudiziari ma da chi perde la causa quindi comune, provincia o prefettura, che sono le amministrazioni da cui dipendono gli agenti che hanno accertato l’infrazione.

Tale disposizione non farebbe altro che gravare sul cittadino interessato al ricorso contro multe stradali per infrazioni non gravi e creare disparità rispetto al ricorso al prefetto (che rimane gratuito), aumentando conseguentemente il carico di lavoro delle stesse prefetture, nonchè dell’amministrazione finanziaria per i casi di mancato pagamento.

Inoltre, la procedura prevede – in fase di presentazione del ricorso – la dichiarazione del valore della causa determinando nelle situazioni in cui il valore risulta indeterminabile, per es. quando alla sanzione pecuniaria si aggiungono casi di sospensione patente, decurtazione punti, sequestro veicolo, ecc., l’applicazione della tariffa per causa di entità indeterminabile di competenza del Giudice di pace dovrebbe superare i 170€.

Seppure alcuni dati sulla diminuzione dei ricorsi presentati a gennaio 2010 rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, dimostrano come sia servita da deterrente *, dunque la nuova misura potrebbe creare un ostacolo oggettivo al diritto di difesa e rivelarsi inefficace nel lungo termine. Ecco le ragioni per cui l’introduzione della Tassa sui ricorsi sta ancora suscitando polemiche e provocando scioperi dei giudici di pace che ne contestano la costituzionalità.

* Fonte: Il Sole 24 Ore, 22-02-2010 Primo monitoraggio effettuato dal Sole 24 Ore che ha interpellato direttamente gli uffici dei magistrati onorari sul territorio ricevendo risposta da oltre 60 sedi


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