di Maria Antonietta Sassani

Le donne nella Resistenza contribuiscono a conquistare la democrazia e acquisiscono nuova consapevolezza del loro valore aprendo la strada all’emancipazione e ai movimenti femministi degli anni sessanta-settanta

 

Sono passati ottanta anni dal 25 aprile 1945 che segnò la fine di una guerra devastante e che vide la liberazione del Paese, con la partecipazione di tanti italiani, uniti da quei valori di libertà, di pace e di giustizia che poi furono il fondamento della democrazia.
La Resistenza, nata come reazione di un popolo che voleva rendersi libero e che voleva svolgere un ruolo attivo nella storia, è stata un movimento collettivo, a cui avevano aderito persone di varie provenienze, non solo militari e combattenti, ma moltissimi civili che collaboravano in mille modi.
Si era davanti ad un fenomeno sociale straordinario, dove le azioni armate avevano il supporto di una considerevole parte della popolazione e le donne non si risparmiarono a dare il loro aiuto.
Per molto tempo la partecipazione femminile alla Resistenza è stata sminuita e sottovalutata, se non ignorata del tutto, nel tentativo di relegarla entro i ruoli che la tradizione assegnava alle donne, perché il patriarcato sopravviveva anche alla guerra partigiana.
Oggi è riconosciuta da tutti l’importanza delle donne nella Resistenza, presenti nelle azioni armate e in tutte le attività di supporto e di collaborazione, svolte con intelligenza e scaltrezza, con coraggio e forza d’animo. Ma non credo sia stato altrettanto valorizzata l’importanza della Resistenza nel percorso dell’emancipazione femminile. Eppure si trattava di una vera rivoluzione nella vita di tante donne, anche molto giovani e non abituate a tanta libertà.
La partecipazione alla Resistenza voleva dire essere pronte ad uscire a tutte le ore, da sole o in compagnia di sconosciuti, a trovarsi in situazioni pericolose e anche a lasciare casa e famiglia per vivere in comunità che comportavano convivenza e promiscuità. Si rompevano schemi e tradizioni, si rivestivano nuovi ruoli, si sfuggiva al controllo parentale, si dimostrava di sapersi autogestire, sfidando le inevitabili critiche ed i giudizi dei cosiddetti benpensanti.
Non vi è dubbio che la partecipazione alla Resistenza aveva il fine di perseguire la libertà del Paese, ma, nel contempo, era nello stato delle cose e nei fatti che le donne, per collaborare, avevano raggiunto un grado di libertà individuale impensabile all’epoca.
Era un’occasione per affermare diritti sempre negati, per superare pregiudizi e luoghi comuni.
Questa nuova libertà poteva sembrare un effetto secondario, conseguito involontariamente e di riflesso nell’ambito del più vasto progetto della liberazione nazionale, ma le donne erano ben consapevoli del valore delle azioni che stavano facendo anche per la conquista della loro autonomia.
Lo dimostrano i “Gruppi di Difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della libertà”, fondati a Milano nel novembre 1943, con un manifesto istitutivo che indicava come obiettivo la partecipazione attiva delle donne alla guerra partigiana, inserito in un contesto privo di discriminazioni e impostato sulla solidarietà e sull’unione femminile.
Ancor più esplicito era il successivo documento programmatico, dove due dei tre “Compiti dei Gruppi di difesa della Donna” erano chiaramente femministi: “Portare la donna in un piano di parità rispetto all’uomo nel campo giuridico, economico e politico…” e “studiare i problemi femminili, specialmente quelli nazionali, e guidarli verso una soluzione democratica progressiva”.
Era evidente che l’interesse nazionale si doveva conciliare con le rivendicazioni femminili, in una visione lungimirante di una società dove il ruolo delle donne doveva essere ripensato.
Possiamo quindi affermare che la Resistenza è stata un momento fondamentale anche nel percorso lento, difficile dell’emancipazione femminile, a conferma che valori universali come pace, libertà e giustizia devono necessariamente comprendere la parità e il superamento delle discriminazioni di genere.

 

Buon 25 aprile!

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_delle_donne_nella_Resistenza_italiana
https://it.wikipedia.org/wiki/Gruppi_di_difesa_della_donna

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