Le componenti fondamentali del progetto RAMPE a Bologna: senso civico, solidarietà e abbattimento delle barriere per la costruzione di una società solidale e inclusiva
di Rossana Di Renzo
Quando ci è stato chiesto di sostenere il progetto RAMPE non abbiamo avuto dubbi per far si che la città sia di tutti. Con questo progetto la città di Bologna fa un passo avanti come accessibilità e inclusività.
I servizi sono luoghi di vita e di cura, ma spesso diventano inaccessibili o percorsi a ostacoli per le persone con difficoltà motorie, visive o uditive. Le barriere architettoniche creano non poche difficoltà alle persone disabili nella quotidianità, limitando l’autonomia con ripercussioni sulla qualità della vita e delle relazioni sociali.
Le barriere vengono vissute come disattenzione, mancanza di condivisione di valori da parte delle Istituzioni e della Comunità. In molti dei luoghi in cui si vive sono presenti barriere culturali e architettoniche che non consentono di muoversi in autonomia e di godere pienamente degli spazi urbani.
RAMPE è un progetto pensato non solo per le disabilità, ma anche per i problemi degli anziani, delle mamme e chiunque sia in difficoltà.
Innovativo è stato il metodo di lavoro che ha visto confrontarsi, per il nuovo regolamento edilizio, professionisti del Comune e delle Associazioni. Questo è il modo di lavorare che ci piace! Integra professionalità diverse e attenta alle informazioni di chi i disagi li vive tutti i giorni. Così come ci piace che le Associazioni si mettano al servizio dei Commercianti per supportarli e fornire informazioni.
Bologna è la prima città in Italia che si è dotata di un regolamento. Cittadinanzattiva Emilia Romagna rinnova l’impegno a sostenere il progetto e a divulgarlo perché altri Comuni possano realizzarlo.
Grazie a tutte le Associazioni che con entusiasmo e passione hanno collaborato per la riuscita del progetto!
Alice Greco, presidentessa UILDM Bologna sul progetto RAMPE: “Vogliamo che la problematica dell’accessibilità sia qualcosa che apra gli orizzonti mentali e anche fisici a tutta la popolazione”
di Eugenia Liberato
Per approfondire l’importanza e l’eco più che regionale del progetto RAMPE, abbiamo fatto ad Alice Greco, presidentessa UILDM Bologna, due domande.
Quando e come è nato il progetto RAMPE per la città di Bologna?
Il miglioramento delle visitabilità dei luoghi aperti al pubblico nella nostra città, secondo te, quali importanti riscontri sociali avrà?
Abbiamo creato il progetto RAMPE partendo da questo concetto: vogliamo che la problematica dell’accessibilità apra gli orizzonti mentali e fisici di tutta la popolazione. Se il problema rimane qualcosa che riguarda solo i “disabili”, si rimane chiusi nell’errore di categorizzare le persone. Si creano così delle differenze sociali inutili e disfunzionali. La speranza che questo progetto porta avanti è la possibilità che il mondo di una persona con difficoltà motorie (o un cieco, o un vecchietto con il deambulatore) possa essere accolto e compreso da chi è abituato a dare per scontati certi lussi. Solo attraverso la comunicazione (sia a parole che a fatti) si può creare un dialogo fra esseri umani che vogliono (e devono) aprire la loro sensibilità per un futuro più autonomo e felice.