a cura del prof. Federico Licastro e del dott. Andrea Virgili
I dati dell’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola di Cittadinanzattiva
Cinquanta fra episodi di crolli, distacchi di intonaco, caduta di finestre, muri di recinzione ed alberi in prossimità delle scuole. Sono quelli che Cittadinanzattiva ha censito tra agosto 2019 e novembre 2020, dal 2013 si contano 326 episodi di questo genere, da settembre di quest’anno se ne sono registrati già 11.
In 17.343 scuole (il 43% dei 40.160 istituti scolastici italiani) sono situate in zone a rischio sismico elevato (zona 1 e 2), zone in cui vivono 4 milioni e 300mila bambini e ragazzi.
Di queste scuole, 4.176 hanno inoltrato richieste di finanziamento al Ministero dell’Istruzione per effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica, ma le indagini finanziate sono 1.564 a fronte di 2.612 non finanziate (oltre il 60%) per mancanza di fondi.
In riferimento all’emergenza sanitaria, molti istituti segnalano la carenza di docenti e di collaboratori scolastici. Fra i servizi “tagliati”, invece, c’è soprattutto quello di pre e post scuola (65%) e, ancora più grave, il servizio mensa in circa il 39% delle scuole e il tempo pieno nel 26%.
Sono alcuni dei dati che emergono dall’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola, giunto alla XVIII edizione, presentato da Cittadinanzattiva.
Ci soffermeremo in particolare sui dati riguardanti scuola e pandemia.
La situazione della scuola durante la pandemia a livello nazionale

Il 56% dichiara che i banchi monoposto sono sufficienti per tutti. A mancare sono soprattutto i docenti (lo segnala quasi una scuola su due, 44%), gli insegnanti di sostegno (19%) e i collaboratori scolastici (22%).
Il 26% ha ridotto l’orario, il 65% circa ha sospeso il servizio di pre e post scuola, il 39% ha dovuto “tagliare” il servizio mensa (fra le scuole che prima del covid garantivano tali servizi). A proposito di pasti a scuola, ecco le soluzioni più gettonate: poco meno della metà delle scuole (45%) continua ad utilizzare prevalentemente il refettorio, il 38% ha scelto le aule per far mangiare gli studenti, il 12% ha privilegiato una soluzione mista fra refettorio ed aule. I pasti continuano ad esser serviti prevalentemente con lo scodellamento tradizionale (42%), circa il 28% ha preferito le monoporzioni e il 24% il lunch box.
Il 6% delle famiglie ha chiesto di portare il pasto da casa; il 13% ha rinunciato al servizio mensa; il 6% degli utenti ritiene che la tariffa sia leggermente aumentata.
Il 21% non ha più il trasporto scolastico. Riguardo al costo di questo servizio, il 9% ritiene che ci sia stato un aumento, il 66% sostiene che il costo sia rimasto invariato, per il 6% il servizio è gratuito, il 19% non sa dire se ci siano stati aumenti.
Le classi più affollate d’Italia? in Emilia Romagna
Da un’analisi condotta da Das (gruppo Generali), compagnia specializzata nella tutela legale, che sta registrando in questo periodo una crescita di richieste per copertura assicurative di dirigenti scolastici, personale docente e non docente ma anche allievi e genitori membri di organi collegiali
L’Emilia-Romagna è la regione con la più alta densità di alunni per classe (21,86), seguita da Lombardia (21,44) e Toscana (21,24) su una media nazionale di 20,34 alunni.
Per la Scuola Primaria, l’Emilia-Romagna è la regione con la media più alta (20,35) ben al di sopra della nazionale (18,81). Seguono Lombardia (20,15) e Toscana (19,84);
Riguardo alla Secondaria di I grado, sempre l’Emilia-Romagna ha il più alto numero di alunni per classe (22,44) seguita da Toscana (21,86) e Lombardia (21,66);
Infine, per la Secondaria di II grado (media nazionale 21,51), dopo l’Emilia-Romagna (22,99) ci sono il Veneto (22,65) e la Lombardia (22,55).
La mobilitazione di Cittadinanzattiva Emilia Romagna
Il 20 novembre 2020 Cittadinanzattiva si mobilita e organizza iniziative per la scuola a livello nazionale e regionale.
L’intento è quello di non dimenticare che l’attuale pandemia rende più difficile il compito di insegnare e apprendere. Le diseguaglianze formative, durante la pandemia, sono aumentate di pari passo con l’isolamento degli alunni e diminuisce la presenza a scuola.
Alla luce delle criticità presenti prima della pandemia e poi esplose durante la persistente pandemia da COVID 19, Cittadinanza Attiva di Bologna e Emilia-Romagna propone i seguenti punti programmatici per la scuola:
- Messa in sicurezza degli impianti degli edifici scolastici.
- Riduzione del numero di studenti per classe (massimo 20).
- Ampliamento dell’organico degli insegnanti di ruolo e del personale ausiliario.
- Aumento dell’organico degli insegnanti di sostegno.
- Ripristino della medicina scolastica con introduzione di equipe medico-pedagogiche.
- No all’uso di aule come cabine elettorali.
- Riduzione del gap sula didattica digitale fra le scuole del territorio della regione.
- Costruzione di patti educativi territoriali per coordinamento fra didattico curriculare e quella extra-curriculare.
- Destinare almeno il 15% dei fondi Next Generation UE per le scuole e le università per il miglioramento della qualità dell’istruzione, il potenziamento della ricerca scientifica e la riduzione della povertà educativa.
In questi giorni, Cittadinanzattiva Bologna sarà presente in alcune scuole di Bologna per distribuire materiale informativo e incontrare studenti, insegnanti e genitori.
L’obiettivo è quello di individuare convergenze e trovare alleanze per costruire un percorso sul territorio bolognese e regionale con la finalità di avviare un processo di riqualificazione dell’istruzione che risponda alle esigenze delle generazioni giovanili del terzo millennio.