di Irene Amendola, Francesca Capoccia
Questa società tende a rimuovere l’esistenza delle nuove generazioni. Non mette al centro dell’attenzione i bambini, gli adolescenti e i giovani, prestando scarsissima rilevanza non solo ai problemi, ma anche alle risorse messe in campo da tale fascia di popolazione.
Tanti sono gli indicatori che ci confermano questa tendenza: dallo scarso investimento sui percorsi educativi e formativi alla incapacità di dialogo fra sistemi formativi e imprese, dalla elevata disoccupazione giovanile alla propensione dei giovani ad emigrare per lavoro.
Cittadinanzattiva Emilia Romagna, con le proprie iniziative, vuole dare un piccolo contributo per rimettere al centro i bisogni e le risorse delle nuove generazioni. In che modo? Attraverso il sito delle buone pratiche sociali che ha cercato di focalizzare l’attenzione sulle esperienze in cui sono protagonisti i giovani, ma anche offrendo la possibilità a diversi laureandi di effettuare attività di tirocinio e di preparazione al mondo del lavoro e con l’organizzazione di interventi di orientamento professionale rivolto a giovani immigrati. Queste attività ci hanno consentito di sperimentare il valore del prezioso contributo di tanti tirocinanti che ci hanno permesso non solo di ampliare la gamma degli strumenti comunicativi, attraverso l’utilizzo dei social e delle nuove tecnologie, ma anche di dare voce alle idee, proposte e sperimentazioni dei giovani.
E’ in tale prospettiva che l’ultima newsletter (“Incertezze giovanili”) e quella di oggi (“Giovani, forza creativa della nostra società”) sono finalizzate a focalizzare l’attenzione sul mondo giovanile, attraverso il punto di vista delle nostre giovani tirocinanti Irene Amendola e Francesca Capoccia.
La precedente newsletter ha messo in evidenza le contraddizioni, le preoccupazioni, i problemi vissuti dai giovani che si affacciano al mondo del lavoro, ma anche i possibili ambiti operativi per valorizzare le loro molteplici risorse.
La newsletter, che è riportata qui di seguito, si propone di mettere in evidenza ulteriormente l’enorme potenziale di creatività, progettualità e imprenditorialità che scaturisce dalle molteplici buone pratiche sociali dei giovani.
Il compito di noi adulti e anziani non è solo quello di apprezzare questo grande patrimonio di invenzione sociale dei giovani, ma soprattutto di mettere in campo tutte le iniziative possibili per aiutarli a trasformarlo in nuove attività imprenditoriali e professionali, offrendo loro la possibilità di realizzare dei veri e propri progetti di vita.
Nel settembre 2014 è stato stipulato un patto di collaborazione tra il comune di Bologna e il comitato Graf per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani, in particolare per il miglioramento della vivibilità e della socialità nelle aree adiacenti a Piazza Spadolini nel Quartiere San Donato-San Vitale. Graf è un comitato di associazioni e liberi cittadini nato appositamente come promotore di iniziative e attività per “rivisitare i luoghi del quartiere e gli ambiti della vita sociale attraverso le arti e la solidarietà”. Tramite questo patto, infatti, Graf ha avuto l’opportunità di usufruire dei locali dell’ex anagrafe e di aprirne le porte al quartiere. Ciò ha permesso il proliferare di esperienze variegate, promosse dalle diverse anime del comitato, in particolare dei più giovani, che spaziano dal doposcuola per bambini, ai corsi di yoga e pilates, dalle presentazioni di libri e incontri culturali, ai laboratori di pittura e disegno, fino a mostre, concerti e musica dal vivo, come ci racconta Fabio Cristalli che, insieme a Rossana Mina, è portavoce del progetto.
Graf è un esempio di come da un’apparente semplice buona pratica sociale, come quella di voler ripulire la piazzetta di quartiere, possa nascere un vero e proprio lavoro. L’impegno dei giovani e del comitato è infatti costante, poichè si cerca di apportare sempre più delle novità che possano migliorare il Graf e il benessere di tutta la sua comunità, tanto che è diventato non solo un posto accogliente, ma un vero e proprio punto di riferimento, un’esperienza che coinvolge e riesce a puntare sui giovani, coprendo allo stesso tempo l’intera cittadinanza e cercando di fare incontrare tra di loro le diverse realtà.
La passione, l’impegno e la forza di volontà possono quindi portare grandi risultati.
Lo stesso vale per Floema, un’azienda specializzata nella produzione e vendita a domicilio di frutta e verdura di stagione di qualità e di prodotti agroalimentari attentamente selezionati nel territorio emiliano. Come raccontano i due fondatori, Pierre Marchini e Luca Riponi, Floema nasce per gioco, una specie di “prova sul campo di due entusiasti studenti di agraria che volevano passare dalla teoria alla pratica e sporcarsi le mani con la terra”. I ragazzi sono partiti sperimentando la coltivazione madre, quella del grano, per poi passare di livello piano piano procedendo con ortaggi e frutta. Vedendo i primi piccoli traguardi raggiunti, Floema è cresciuta e maturata, proprio come le sue piantagioni, ed è diventata un progetto di vita che vede l’arrivo di nuovi amici, nuova energie e tantissime nuove soddisfazioni. Luca e Pierre credono fortemente nel potenziale delle nuove tecnologie, un modo non solo per farsi conoscere ed entrare in contatto diretto con potenziali clienti, ma anche uno strumento che aiuterà ad essere più efficienti, ridurre gli sprechi e lavorare meglio nel rispetto della natura.
La tecnologia, il digitale possono quindi essere degli strumenti utili, quasi necessari, per il progresso, il miglioramento e l’innovazione. Grazie all’uso di internet, per esempio, sono stati creati nuovi lavori, nati dall’ingegno e dalla creatività dei giovani; nascono con tutte le buone intenzioni dei propri creatori, che considerano il web come una finestra sul mondo, uno spazio di condivisione di idee, conoscenza e cultura.
E’ il caso di Matteo, conosciuto in rete come “Cane Secco”, che è attivo su Youtube da oltre 10 anni come creator, raggiungendo oltre i 340.000 iscritti. Nel 2010 ha intrapreso la carriera professionale di videomaker e, insieme a Giovanni Santonocito, che si occupa della post-produzione, ha fondato la Slim Dogs Production, dove è a capo del reparto DOP e videomaking. Ma la Slim Dogs non si è fermata a essere semplicemente una società di produzione video e comunicazione digitale, ma si è spinta ben oltre. Nasce quindi l’esperienza della Slim Dogs Factory con il “solo obiettivo di trasmettere a tutti le principali conoscenze per diventare esperti negli ambiti del videomaking, del photo e video editing, degli effetti speciali e della creatività digitale in generale”. Per raggiungere questo ambizioso traguardo, hanno deciso di istituire dei workshop per trasmettere l’esperienza maturata da anni di lavoro sul campo dei loro trainer tramite un’attività di formazione fortemente incentrata sulla pratica.
La passione di questi ragazzi è diventata non solo il loro lavoro, ma anche un’opportunità per gli altri di imparare questo mestiere.
Allo stesso tempo c’è anche chi, ormai più di dieci anni fa, per caso, ha creato da zero un nuovo lavoro. Chiara Ferragni, la fashion blogger e imprenditrice digitale italiana più famosa del pianeta, ancor prima di diventare The Blonde Salad, è stata un punto di riferimento per i suoi coetanei milanesi. Chiara postava le foto dei suoi outfit su varie piattaforme social, ottenendo un grande seguito. Grazie all’idea di Riccardo Pozzoli, studente universitario impegnato in un master di Marketing a Chicago, nel 2009 decide di aprire un blog, prendendo spunto dai blogger americani che condizionano enormemente i consumi e intravedendo così un’occasione di business. Nel 2010 ha presentato la sua prima linea di scarpe, diventando anche testimonial e global ambassador di vari marchi internazionali. Con gli anni è riuscita a creare un vero e proprio impero, tant’è che lo sviluppo e la crescita del marchio della famosa blogger è stato oggetto di uno studio nel corso sul marketing del lusso alla Harvard Business School di Boston, e la rivista Forbes l’ha nominata nel 2017 come «l’influencer di moda più importante al mondo».
Questi esempi per noi sono fondamentali, perché tanto diversi quanto uguali l’uno con l’altro. Sono la dimostrazione di quanto i giovani siano parte fondamentale della società, dell’economia, della cultura di un paese, nonostante spesso e volentieri non vengano presi in considerazione nella maniera dovuta. Sono anche esempio di come se si insegue la propria passione, se si fa ciò che si ama e si ha il coraggio di buttarsi, dalle piccole iniziative possono nascere grandi cose.