a cura di Pasquale Faraco

Quando le esperienze sono importanti ed intense, il tempo vola. Sembra ieri di aver salutato le persone che hanno partecipato al laboratorio teatrale presso il Condominio Scalo della Cooperativa Piazza Grande.

L’iniziativa si inseriva all’interno di un percorso laboratoriale di narrazione: STORIE VAGABONDE, Bologna tra mappe narrative e urbane: i cittadini raccontano.

Perché storie vagabonde?

Perché il vagabondare è un atto fondativo dell’esperienza umana, è una pratica conoscitiva aperta al recupero di un rapporto profondo, intimo, di complicità con i luoghi attraversati. Per colui che l’attraversa la città è fatta anche di narrazioni, che danno visibilità ai differenti saperi di cui ogni luogo è portatore. In questo modo il paesaggio urbano si ricostruisce e si arricchisce di narrazioni collettive, narrazioni vive, dinamiche che permettono di riappropriarsi di luoghi, di vite vissute.

Il laboratorio di narrazione

Il laboratorio “Storie vagabonde” ha coinvolto cittadini con e senza dimora inserendosi all’interno di un complessivo lavoro di comunità dedicato alla grave emarginazione adulta, con l’obiettivo di promuovere coesione sociale attraverso il dialogo e una fertile convivenza.

Le persone coinvolte hanno sperimentato diverse metodologie per allenare l’attenzione, le percezioni sensoriali e l’immaginazione, giocando creativamente tra mappe reali e mappe interiori e soprattutto per ideare e dare forma a trame e personaggi che abitano la città.

La città e i luoghi

La città è condensazione e concentrazione di tempo di vita e tempo storico, è lo scenario entro cui si muovono i destini dell’uomo. I diversi percorsi che ciascuno fa quotidianamente rispecchiano la sua vita ed anche le sue scelte individuali grazie all’intreccio tra spazi urbani attraversati ed esperienza intima personale

I luoghi attivano la memoria, particolari stati d’animo, e il narratore in questo dialogo non è un mero spettatore ma un interlocutore del territorio.

Dal laboratorio alla nascita di una start up di guide turistiche

Durante gli incontri le persone hanno narrato i loro luoghi del cuore, hanno ridisegnato una nuova mappa della citta e da qui è nato un progetto innovativo: una start Up di guide turistiche per raccontare una Bologna diversa; intima, personale che intreccia cultura, storia e sociale.

Narrazione e teatro

Per valorizzare le narrazioni dei partecipanti e per fornire strumenti di comunicazione come supporto al futuro progetto nasce l’idea di avviare un laboratorio teatrale.

Il teatro quale contributo poteva fornire in questo percorso?

Raccontare crea la possibilità di un passaggio emozionale tra chi narra e chi ascolta.

L’obiettivo era quello di favorire la presentazione di sé e raccontare ripercorrendo la propria storia di vita i luoghi di vita, socialità, lavoro e memoria.  Le narrazioni sono state rivisitate mettendo in contatto mondo interno e mondo esterno con la mediazione dell’immaginazione.

Voce e corpo per narrare

Per far questo bisognava dare voce e corpo alle storie scritte.

Gli incontri hanno permesso di mettere in scena corpi, voce e sviluppare creatività e coinvolgere spettatori invisibili.

Collegare il corpo con le parole, con la gestualità e con la mimica è stato importante per esprimere e comunicare le emozioni.

Le molteplici attività svolte (è riferito solo al teatro?) hanno permesso una maggior consapevolezza alle future guide turistiche di utilizzare il corpo e la voce per raccontare la storia della città intrecciandola con le esperienze di vita, coinvolgendo gli spettatori a condividere e a co-costruire nuove esperienze e una nuova mappa della città.


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