A Bologna nei giorni scorsi è morta una bambina di 28 giorni a causa della pertosse. Tutti hanno gridato allo scandalo e hanno collegato la vicenda al problema che in Italia è calato il numero dei bambini che vengono vaccinati. Tanto che l’assessore alla sanità della Regione Emilia Romagna, Sergio Venturi, ha paventato l’idea di segnalare alla procura chi non vaccina i figli. Per il procuratore dei minori Ugo Pastore si potrebbe addirittura tornare ad applicare la legge e limitare la potestà genitoriale.
A questo punto è doveroso fare un po’ di chiarezza.
È vero che la percentuale dei bambini non vaccinati è in aumento, ma è anche vero che la morte della bambina non dipende dal mancato vaccino. A 28 giorni di vita nessun bambino è vaccinato: le prime dosi di vaccino si somministrano solo a tre mesi.
Però si può cogliere l’occasione per affrontare l’argomento e ricordare che è obbligatorio vaccinare i bambini contro la difterite, il tetano, la poliomelite e l’epatite B.
Una volta erano previste sanzioni anche pesanti: il padre poteva perdere la patria potestà e il piccolo poteva non essere ammesso a scuola, se non aveva il libretto sanitario in regola. Oggi non si incorre più in sanzioni -anche se le sanzioni amministrative sono state abolite solo in quattro regioni, Piemonte, Emilia Romagna, Friuli e Toscana- ma l’obbligo a vaccinare i bambini resta.
Più che un obbligo, penso che sia un dovere morale. Un dovere del cittadino! Tanta parte della qualità della vita e della salute di cui godiamo dipende dal fatto che grazie ai vaccini sono state debellate malattie mortali e fortemente invalidanti.
Mi sembra opportuno riportare di seguito, i dati che il Ministero della Salute diffonde, per ricordare che quello che per noi oggi è normale, non lo era sessanta anni fa. Facciamo in modo che anche i nostri figli possano continuare a vivere in un mondo in cui malattie come la difterite, la poliomelite, non abbiano più possibilità di diffondersi.
“Ben prima di altri Paesi europei l’Italia ha eliminato la poliomielite (ultimi casi indigeni nel 1982), di cui è stata ufficialmente certificata l’eradicazione a livello europeo nel giugno 2002. L’ultimo caso di difterite in età pediatrica in Italia (peraltro in una bambina non vaccinata) risale al 1991 e da diversi decenni non si registrano casi di tetano in età pediatrica o adolescenziale; inoltre, l’incidenza dell’epatite virale B ha subito, dal 1991 ad oggi, una riduzione superiore all’80% nei gruppi di età destinatari dell’intervento vaccinale (0-14 e 15-24 anni).”
Maggiori informazioni sull’obbligo e i tempi di somministrazione dei vaccini al link:
Leggi l’intervista al procuratore Pastore: